Lì, di fronte a dove domenica ci sarà il primo tavolo con acqua, the e biscotti una volta, neanche tantnto tempo fa, c’era “da Mauro”, ristorante che Massimo aveva ereditato, tavoli e nome, dal padre. Venivano in tanti, anche chi per Mezzolara impiegava quasi un’ora macchina. La cucina di mamma Ivana, il carisma di Massimo in sala. Era un piacere per tutti. 
Il destino però sgambetta, Massimo cade, si rialza, trova nel camminare assieme alla madre un modo di reagire, prima che la malattia picchi così duro da non lasciare più alternativa. Si porta dietro questo ragazzo pieno di vita coi suoi 34 anni e troppe cose ancora da fare. Trascinandosi dietro i sorrisi e la voglia di spendersi ancora tra i tavoli e la cucina. Ma ci sono gli amici, il ricordo, la necessità di non smettere mai di lottare. Per se e per gli altri. Così, da sei stagioni a questa parte, un’ora o anche più in macchina la fanno ancora in tanti, almeno una volta l’anno. Sarà di nuovo così. “Vado al Massimo”, la camminata organizzata dalla società sportiva Cinque Cerchi, è un atto d’amore per chi non c’è più, una spinta positiva a chi combatte quotidianamente, una comunità che si unisce. <Massimo era socievole, un amico di tutti – racconta Martino Farinazzo, vicepresidente della Cinque Cerchi - l’idea della camminata ci è venuta per raccogliere fondi a favore della ricerca dell’Istituto Ramazzini>>. Un’eccellenza del territorio, che fa ricerca indipendente sui tumori – glifosato e onde dei cellulari hanno fatto e faranno tanto rumore a livello internazionale - e le loro cause. <<Massimo ne era diventato socio>>. Combatteva a fianco ai ricercatori. E poi cercando nei km un alleato decisivo. <<Camminava spesso, soprattutto andava su a San Luca. Legarsi allo sport gli aveva dato forza, oltre alla passione per le moto. Ora noi cerchiamo di coinvolgere più persone possibili, a partire da quelle della zona, sensibilizzandole alla beneficenza nel ricordo di Massimo Miccoli>>.
Ha funzionato in tutti i sensi. <<Il primo anno siamo partiti con la camminata, poi vista la partecipazione abbiamo inserito la competitiva e c’è stato un deciso incremento dei partecipanti. Grazie all’aiuto della Fondazione Benni e della Pro Loco di Mezzolara, nelle ultime due edizioni abbiamo potuto sostenere, assieme alla beneficenza per il Ramazzini, anche i progetti sportivi della scuola elementare di Mezzolara>>. Che nello specifico significa <<portare a scuola diverse attività motorie, compresa l’atletica. In modo da avvicinare i ragazzi al mondo dello sport, non solo calcio, per capire se qui sul territorio possono nascere talenti in altre discipline>>.
D’altronde la Cinque Cerchi nasce proprio per dare a quella zona del bolognese una forte identità. <<Siamo cinque laureati Isef di Budrio, che si sono messi insieme con l’obiettivo di fare sport qui, facendo giocare i bimbi sui campi che abbiamo calcato noi. Io e il presidente, Antonio Zucchini, siamo anche gestori del Palamezzolara>>. 
Quella di Antonio è un’altra storia da raccontare. Altro destino da affrontare, un incidente che lo costringe sulla sedia a rotelle e che però non riesce ad averla vinta. <<Non si è fermato, si è allenato e insieme, io di corsa lui in handbike nel 2016 abbiamo terminato la maratona di Roma>>. Entrambi sotto le 4 ore. Domenica saranno accanto a Ivana, la madre di Massimo e al sindaco di Budrio, Maurizio Mazzanti, col Comune patrocinatore dell’evento, per premiare i primi arrivati della 14 km competitiva che si snoda sulle loro amate strade. 
Non solo. Sarà anche la seconda tappa del Fog Trophy, il torneo della nebbia. <<Siamo contenti di farne parte, è qualcosa che lega le nostre terre. Ricorda un po’ il Fantacalcio, fai squadra con chi è in un’altra società, un’occasione speciale. Siamo tutti organizzatori appassionati, corriamo. Ci è venuto da poco a mancare Vincenzo Ferrone, vorremmo fosse un’edizione speciale anche in sua memoria>>.