Le impressioni di Deborah Lodi:
La partenza è alle 19:45 e proprio un paio di minuti prima inizia a piovere. In realtà la cosa non è sgradita, almeno ci rinfreschiamo un po'. Dalla strada si sente il calore salire con l'umidità.
La pioggia ben presto si trasforma in un vero e proprio temporale. Probabilmente non durerà molto, pensiamo. Illusi.
Arriviamo al bivio tra la maxi di 8 km e le alternative di 5 e 3 km. Piove forte quindi decidiamo di proseguire per i 5 km. Dopo poco ecco il bivio tra la mini di 3 km e la media di 5 km. Ok, piove forte, però almeno 5 km li possiamo fare, tutto sommato la pioggia che ci bagna ci rinfresca e dopo tutto il caldo delle scorse settimane è quasi piacevole.
Poi però la pioggia si trasforma in grandine. Chicchi piccoli, per ora. Siamo vicini ad un casale abbandonato. Porte e finestre sono murate e il tetto non sporge molto rispetto al muro, inoltre gli edifici sono altissimi, quindi anche avvicinandoci ai muri non avremmo trovato protezione. Quindi ci aggreghiamo ad un gruppo di altri podisti e ci mettiamo sotto ad un albero.
Stare sotto ad un albero durante un temporale non è certo una cosa molto saggia, ma almeno ci protegge dalla grandine che nel frattempo ha raggiunto dimensioni considerevoli.
Il vento si fa sempre più forte, sembra di stare in mezzo ad un uragano. Ci accucciamo al suolo per non farci trascinare via. Poi iniziano a rompersi alcuni rami dell'albero. Ok, non è il caso di continuare a stare lì.
Corriamo verso gli edifici, forse mettendoci dal lato opposto a dove tira il vento riusciremo a trovare un po' di protezione, quando notiamo che da un lato c'è una specie di veranda. Il soffitto di questa veranda è molto molto alto e tutto bucato, quindi non offre protezione per la grandine che ormai è grossa quasi quanto una noce. E quando arriva in testa non è piacevole, l'ho sperimentato. Lì però ci sono 2 lunghi carri di legno che forse venivano usati per trasportare le balle di fieno così ci infiliamo tutti lì sotto.
Dopo un po' finalmente smette di grandinare, ma il nubifragio non è certo finito. Aspettiamo ancora un po', poi però decidiamo di metterci in marcia per tornare al campo sportivo.
L'albero sotto al quale ci eravamo rifugiati all'inizio ha molti grossi rami spezzati, alcuni dei quali hanno invaso il sentiero. Il sentiero. Ormai è diventato un lago più che un sentiero. Camminiamo cercando di restare sulle zone dove c'è un po' meno acqua, ma spesso i piedi affondano nelle pozze.
Finalmente arriviamo sull'asfalto e ovviamente smette di piovere. Tempismo perfetto direi. All'arrivo ritiriamo il premio di partecipazione, anche se il mio cartellino è praticamente sciolto: una confezione di 3 succhini di frutta, una merendina e una bottiglietta d'acqua.
Torniamo a casa che siamo fradici e lerci. Però è stata una avventura.Toccherà anche fare il controllo zecche visto dove ci siamo infilati. Noi fortunatamente eravamo nei pressi di quel casolare che ci ha riparato, non voglio immaginare cosa sia stato per quelli che erano lungo il percorso in mezzo ai campi.
Alla prossima!
Deborah Lodi - Avis Pianoro