Alla fine c'erano tutti, 21 km veri, durissimi, una corsa che non ha risparmiato emozioni
Quelle in arrivo dalle strade e dai boschi di Vergato, da salite lunghe e costanti, ripide e fangose. Una corsa bellissima, di quelle che non bisognerebbe perdersi mai, ricordando che per sognare non sempre serve fare tanti km in macchina. Vista e verde mozzafiato, qualche attenzione in più per il futuro, a partire dal presidio e dalla segnalazione del percorso. D'altronde, la 45 esima edizione della Camminata Montanara, tornando sul suo tracciato originale ha ritrovato anche tratti d'antico eroismo. Pronti via e già si sale, sarà così, quasi ininterrottamente, per 11 km, a parte qualche rara tregua. La prima metà è in apnea, e anche quando arriva la discesa le gambe faticano a rispondere. Non solo, all'8° km il fattaccio: la salita nel bosco non è segnalata, si va quasi tutti dritti, anche i primi devono tornare indietro, le carte si rimescolano. Eppure è così bella che quasi non te ne accorgi, della perdita di tempo, della salita che il fango rende incorribile, già non bastasse una pendenza spezzagambe. Si scollina a Castelnuovo, la zona riscoperta dal cambio di tracciato. La discesa qui si presenta graduale, fino a diventare sempre più veloce. Ora chi ha gambe e condizione può far la differenza. Dal 12° al 18° km bisogna togliere la marcia, mettersi in folle e dimenticarsi i freni. Fino a quando non torna il fango, l'attenzione a non cadere, prima dell'ingresso in paese. Altri 2 km finali - di cui 1 abbondante aggiunto a quelli dichiarati, e scoprirlo in tempo reale sarà un ulteriore test di resistenza mentale - in cui svuotare del tutto il serbatoio o esorcizzare la fatica. E' l'ultima, beata dannazione di una gara speciale.